Sono entrata in una chiesa, è mattina, e non per un matrimonio, nè per un funerale.
Sono entrata in una chiesa e basta, dopo anni, anzi, per la terza volta nella mia vita. Si, perchè in 21 anni è la terza volta che entro in chiesa perchè lo decido io, per un motivo, e non perchè è domenica, o Natale, e che so altro.
Sono entrata in una chiesa, dicevo. Una qualunque, a Messina ce ne sono un botto. Che poi, perchè così tante chiese? Occupano un sacco di spazio, Messina è così piena di chiese e così vuota di palestre e quant’altro.
Ok, non c’entrano le palestre. Divago.
Comunque, sono entrata in chiesa, per la terza volta. E’ completamente vuota. Io e la chiesa, nessun altro, proprio nessun altro. Che poi, in fondo, chi pensavo di trovarci?
Non sarà mica che 5 anni di catechismo e una vita con una “credente” in casa mi hanno un pò influenzata, nonostante tutto? Che poi, “credente”… Ma credente di che, in che, a che pro?
Anche io sono credente, a modo mio. Credo in un sacco di cose.. ma questa.. non la capisco proprio. E ci ho provato. Tre tentativi sono tanti, a pensarci. Anche se i primi due erano forse un pò troppo opportunistici.. Diciamo che pensavo di poter scendere a patti con… con chi? Comunque era un pò una cosa del tipo “dimostrami, se fai questo.. giuro che io…” Buffo, no? Ma chi non l’ha fatto almeno una volta?
Adesso è entrato un uomo, lo guardo passare, mi guarda passando, non so se salutare.
Nel dubbio, taccio.
Gli sarà sembrato strano trovare qualcuno in chiesa a quest’ora, di lunedì mattina, poi per di più una ragazza… e con una canottiera e dei pantaloncini cortissimi! Chissà cosa starà pensando.. Ma io mica avevo previsto che sarei andata in chiesa, e poi, mi chiedo, perchè deve esserci un modo preciso di vestirsi per andarci? In fondo sono sola..
Ah, quasi dimenticavo, mi sono seduta sulla sesta panca, a destra. Avete presente le targhette intitolate alla memoria di qualcuno che sono attaccate alle panche? Chi è stato in chiesa ci avrà fatto caso almeno una volta. Ecco, la targhetta davanti a me è intitolata a una tale “Di Leo Carmela”, e su questo preferisco non dir nulla.
Comunque, il signore di poco fa si inginocchia sulla prima panca a destra, sta così per un pò. Mi sento a disagio, dovrei imitarlo?
Nel dubbio, sto ferma.
Si alza e va sul quel coso dove di solito si legge, il pulpito forse, non so se si chiama così. Legge qualcosa, chissà cosa c’è scritto, chissà se possono leggere tutti, chissà se anche io posso alzarmi, così, e andare a vedere che c’è scritto, magari ci trovo scritto qualcosa per me. Se quel libro sta lì aperto significa che tutti possono andare a leggere. Finito di leggere non so cosa, il signore, sui 70 anni, grasso, con una camicia celeste a quadri a mezze maniche, dei jeans chiari, scarpe nere, pochi capelli bianchi e occhiali da vista, passa davanti all’altare fermandosi per fare il segno della croce e un mezzo inchino con la testa. Ma inchino per chi? E se ne va.
Non saluta. Neppure io.
Resto sola, di nuovo, finalmente. Aspetto un pò, 10 minuti forse, mi alzo, vado a leggere. Come pensate siano scritti i libri che leggono in chiesa? Io pensavo che fossero tutti scritti di nero e a caratteri piccolissimi, come il vangelo o come quelle bibbie che si trovano nel cassetto del comodino delle camere d’albergo. Dovrebbero metterci una bottiglia di liquore nei comodini, non la bibbia, sarebbe molto più di conforto.
Ancora una volta non c’entra. Divago.
Comunque, è scritto a caratteri enormi, che anche un mezzo cieco potrebbe leggere. Il titolo è rosso, alcune cose verdi. E’ la lettura del lunedì, non c’è niente per me. Si parla di Israele, di un altro posto che non ricordo, e di Egitto. Ah, si, forse l’Egitto è per me. Simpatici -.-” Poi c’è una cosa del tipo “vedi la pagliuzza nell’occhio dell’altro, ma non la trave nel tuo occhio.”. Si, carino, ma è un pò un luogo comune del cavolo. Poi c’è la lettura del martedì, non voglio leggerla, oggi è lunedì. Comunque.
Delusa. Torno a sedermi.
Dicevo che questa è stata la mia terza volta in chiesa. La prima è stata nel 2007, a maggio. Era domenica, ma io in chiesa non ci andavo già più. Quella volta ho giurato che sarei andata tutte le domeniche se… Ma il mio patto non ha funzionato. Ma avete presente quella citazione che più o meno dice “non ottenere ciò che si vuole a volte è una gran fortuna”? Ecco, allora avrei preferito di gran lunga avere ciò che volevo… ma cosa mi sarei persa… Però ho dovuto aspettare tanto.. Ma la risposta è arrivata.
Esattamente un anno e mezzo dopo. Ma è arrivata.
E allora si, è stato davvero meglio che il mio patto non abbia funzionato.
La seconda volta è stata poco più di un anno fa, ero a Messina, come oggi, ma la chiesa era un’altra. Non ricordo di aver fatto un patto quella volta. Però cercavo delle spiegazioni, e delle soluzioni, forse. Dovevo proprio essere sconvolta per cercare questo in chiesa.. Tanto valeva andare a farmi leggere la mano da una zingara o qualcosa del genere. Comunque anche quella volta niente di niente. Quella volta però speravo che arrivasse qualcuno con cui parlare, immaginavo che dalla sacrestia (si chiama così?) sarebbe uscito una sorta di reverendo Camden in stile “Settimo Cielo”. Avrei avuto molto da dire e tante cose da chiedere. Ma nulla. C’erano solo due signore anziane che pulivano l’altare chiacchierando tra di loro. Poi è entrato il prete. E’ passato ignorandomi del tutto, senza neppure salutare, ha chiesto alle due donne non mi ricordo cosa ed è andato via.
Delusa.
Quella chiesa ora mi sta antipatica. Non che in genere le chiese mi piacciano, ma le tollero. Quella però no.
Comunque. Nel frattempo io sono tornata all’università (se così vogliamo chiamare un istituto salesiano con stanze adibite ad aule per il nostro corso di laurea), sono in un’aula vuota, ma sicuramente sto meglio qui che in chiesa. Qui non direbbero nulla vedendomi scrivere, non mi guarderebbero storto perchè ho i pantaloncini corti, e se volessi potrei anche pregare (mentre in chiesa non potrei certo studiare), al limite qualcuno mi chiederebbe perchè lo faccio. Qui siamo tutti diversi, e nessuno se ne preoccupa, anzi, forse ci piace, e sappiamo però anche di essere tutti molto simili.Si, sto senz’altro meglio all’università piuttosto che in chiesa.
Ancora una volta, divago.
Comunque. Oggi, dicevo, sono andata in chiesa, forse per un motivo diverso dalle altre volte. Non mi aspettavo miracoli, non cercavo spiegazioni nè volevo una medicina magica. Volevo forse “sentire” qualcosa. Ho sempre meno domande, ma prima di chiudere definitivamente quel discorso volevo provare di nuovo. Ma niente.
Ero sola in chiesa. Completamente. Un grande spazio vuoto con qualche statuetta, ma erano solo statuette. Sarebbe bastato poco, perchè in alcuni momenti, come questo per me, non ci vuole molto per far si che si trovi qualcosa cui aggrapparsi. Ma niente, nessun segno, nessuna risposta, nessun sentimento. Niente di niente.
Che poi, in fondo, anche questa è una risposta. E non ci sarebbero più motivi di avere altri dubbi. E ho esaurito i tentativi a disposizione.
Me l’aspettavo.
Se mi sono sbagliata, ma non credo, a tempo debito avrò una lunga, lunghissima chiacchierata da fare..
E non sarà certo amichevole.